1La pedagogia della lumaca
La Pedagogia della Lumaca, intesa come strategie didattiche di rallentamento, si propone, come sosteneva anche Rousseau, di perder tempo per guadagnarne. Con questo proposito si evidenzia che quello che a volte ci appare come tempo perso è in realtà il modo più idoneo per favorire i processi di apprendimento e di crescita degli alunni.
Perdere tempo ad ascoltare - vogliamo insegnare ascoltando e raccogliendo i vissuti e le emozioni di ogni bambino.
Perdere tempo a parlare – in una società che va sempre più di fretta per essere sempre più produttiva, vogliamo parlare con i bambini e non solo dei bambini.
Perdere tempo nel rispetto – vita di gruppo, affetti, conoscenza, nascono dall'ascolto e dal rispetto di tutti gli interlocutori scolastici, rispettando tempi e dei ritmi di ognuno.
Perdere tempo per scegliere – organizzando insieme ai bambini spazi ed attività, dove possono sentire la responsabilità di ciò che hanno scelto, creando le basi per i cittadini di domani.
Perdere tempo per giocare – per permettere al bambino di sperimentare, esprimersi, capire il mondo, entrare in rapporto con gli altri, imparare a risolvere conflitti e scoprire atteggiamenti che fanno vivere bene insieme.
Perdere tempo per passeggiare – camminare, muoversi a ritmo lento per vivere in un territorio e conoscerlo, osservare e riconoscere gli elementi naturali presenti nel nostro ambiente e per il piacere di stare assieme ai bambini condividendo le loro scoperte.
Perdere tempo per crescere – per prepararci al futuro è necessario dare tutto il tempo e lo spazio al nostro presente, per capire ed esercitare tutte le nostre potenzialità sensoriali, relazionali ed espressive del nostro corpo.
La scuola, secondo tale metodologia, diventa uno spazio di crescita nel quale ad ognuno è consentito di esprimersi senza riserve e nel rispetto dei suoi ritmi, entrando in relazione con gli altri. Secondo Zavalloni "la scuola è un concentrato di esperienze, una grande avventura che può essere vissuta come se fosse un viaggio, un libro da scrivere insieme, uno spettacolo teatrale, un orto da coltivare, un sogno da colorare".
2Le finalità del nido d'infanzia
Le finalità del Nido si concretizzano nella realizzazione di un contesto educativo, strutturato come sistema complesso di mediazioni (fra il bambino e la realtà), che sia in grado di sostenere e favorire la progressiva conquista dell'autonomia in ogni bambino dove la parola chiave "autonomia" assume un preciso significato:
- Autonomia non vuol dire che il singolo bambino deve imparare a "fare da solo" (senza l'aiuto degli altri);
- Autonomia, da un punto di vista soggettivo, si manifesta in primo luogo, come piacere di collocarsi in prima persona, viversi come soggetto responsabile, in modo consapevole e attivo, nelle situazioni. Si esprime come piacere di essere e agire nel mondo col proprio modo di essere, coi propri tempi;
- Autonomia è il piacere di fare e creare, nella collaborazione con l'altro, riconoscendo limiti e confini.
Per raggiungere questi obiettivi il Nido d'Infanzia valorizza nello specifico:
- L'ambientamento
- Il pasto
- il sonno
- Il gioco
- Il momento del saluto
3L'ambientamento
L'ambiente deve essere ricco di motivi di interesse che si prestano ad attività e invitano il bambino a condurre le proprie esperienze."(Maria Montessori).
Il bambino entrando al nido per la prima volta, si trova in un ambiente diverso da quello familiare con ritmi di vita diversi e persone sconosciute.
Sarà cura dell'educatore fare in modo che il passaggio casa – nido sia meno traumatico possibile.
Osservando la relazione madre bambino, l'educatore cercherà di capre qual è la modalità più opportuna per avvicinarsi a ciascuna coppia madre/bambino.
Infatti un buon ambientamento del bambino dipende anche da un buon ambientamento del genitore (il bambino accetta solo coloro che piacciono alla sua mamma e al suo papà).
Pertanto, è importante che l'educatore sappia accogliere non solo il bambino, ma anche il genitore con le sue preoccupazioni.
Prima del periodo di ambientamento vero e proprio, sono previsti momenti in cui i genitori e i bambini vengono accolti nella struttura per conoscere ambiente e personale.
Viene proposta e rispettata una gradualità di tempi di ambientamento al Nido.
Per tale motivo, di norma, vengono dedicate all'ambientamento almeno 2 settimane.
Gli ambienti sono organizzati in piccoli gruppi, senza eccedere in forzature e rispettando i tempi e le esigenze dei singoli bambini. Vengono assicurate figure di riferimento che contribuiscono a realizzare un vissuto di continuità.
Gli ambientamenti vengono programmati e comunicati ai genitori con congruo anticipo, per permettere a questi di organizzarsi. Le modalità e gli specifici adattamenti temporali vengono negoziati con i genitori nel corso degli incontri di presentazione e nel colloquio individuale. Inoltre vengono esplicitate e spiegate ai genitori, in maniera chiara, le regole, i ruoli e le responsabilità relative al periodo di adattamento.
4Il pasto - Il sonno - Il gioco
Il pasto
Il pasto è un momento centrale nella vita del Nido, fa parte di quelle routine che quotidianamente si ripetono e scandiscono i tempi permettendo ai bambini di orientarsi.
Per i bambini il momento del pasto è un'occasione ricca, non solo dal punto di vista nutrizionale, ma anche sotto il profilo dei valori affettivi, sociali e relazionali. Si cerca di porre molta cura nell'organizzazione di questo momento per dare spazio alla relazione sia fra i bambini che con le educatrici in un'atmosfera il più possibile tranquilla, rispettando i tempi e i modi dei singoli e valorizzando la conversazione come parte integrale del pasto.
Organizzare il pasto al Nido significa inoltre rispettare i tempi dei bambini e il loro bisogno di esplorare, proprio per questo i bimbi sono liberi di toccare il cibo, con le mani, favorendo la scoperta di nuove consistenze, nuovi colori e nuovi sapori per arrivare poi all'uso del cucchiaio e della forchetta.
Il Sonno
Il sonno rappresenta un momento importantissimo con una forte valenza emotiva, affettiva e cognitiva.
Il riposo al Nido è una fase molto delicata in quanto si chiede al bambino di addormentarsi, fuori dal proprio ambiente naturale, senza la presenza dei genitori; proprio per questo motivo il passaggio dalla veglia al sonno ha bisogno di essere mediato da alcuni rituali che danno sicurezza al bambino e infondono fiducia.
Per favorire questo si leggono delle favole, si cantano delle canzoncine o si ascolta della musica rilassante e si usano oggetti transizionali che hanno lo scopo di accompagnare i bambini in questo percorso.
E' inoltre importante che vengano rispettati i ritmi individuali di ogni singolo bambino. L'educatrice, durante questo momento, ha un ruolo partecipato e cerca di creare un clima di intimità e sicurezza sedendosi tra i bambini.
Il Gioco
E' attraverso il gioco spontaneo che il bambino conosce la realtà e se stesso.
Il gioco favorisce il senso del tempo e dello spazio, la conoscenza del proprio corpo, il controllo e la coordinazione dei movimenti.
E' attraverso il gioco che il bambino sviluppa l'intelligenza, poiché attraverso l'esplorazione, la trasgressione, l'evocazione di esperienze fatte, sviluppa la capacità di riflessione, d'indagine e di ricerca di soluzioni, di memoria, di immaginazione.
Giocando il bambino vive delle esperienze significative che gli permettono di sviluppare, oltre l'ambito cognitivo, anche quello sociale, emozionale, relazionale. Il gioco coinvolge il bambino in ogni sua parte rendendolo autonomo, creativo e riflessivo.
Il gioco è un'esperienza fondamentale in quanto fonte di scoperta ed emozioni ed è alla base del percorso di crescita di ciascuno.
Tutti i momenti della vita del nido hanno finalità e connotazioni educative e non solo le attività didattiche proposte dall'adulto.
5Il momento del saluto
Il momento del saluto è spesso causa di ansia per il bambino ma anche per il genitore a cui consigliamo alcune modalità di comportamento per far divenire questo momento meno problematico e più naturale possibile.
Si consiglia di salutare sempre il bambino e mai andarsene di nascosto; evitare il saluto in maniera frettolosa nella speranza " che non se ne accorga" poiché quando questo avverrà, più forte sarà la sua angoscia.
E' necessario che il genitore spieghi al bambino dove andrà e cosa farà, offrendogli dei punti di riferimento che lui può comprendere; rassicurandolo sul fatto che sicuramente tornerà a riprenderlo.
Si consiglia ai genitori di non esitare troppo se il bambino cerca di trattenerlo ancora al nido, né distrarlo con mille espedienti prima di andarsene, e ancora non tornare indietro se lo sentite piangere e quindi protrarre per un tempo lungo il momento del saluto. L'esitazione del genitore non trasmette al bambino quella sicurezza necessaria per vivere il momento della separazione con tranquillità.
In questo momento il genitore può trovare conferma da una educatrice che sostiene la comunicazione tra bambino e genitore, ma rimane comunque al genitore il compito primario di parlare e rassicurare il proprio figlio. Si può aiutare il bambino sia con l'oggetto transizionale sia con altri giochi o oggetti personali.
6Il ruolo dell'educatrice
La presenza di insegnanti motivati, preparati, attenti alla specificità dei bambini e dei gruppi di cui si prendono cura, è indispensabile fattore di qualità per la costruzione di un ambiente educativo accogliente, sicuro, ben organizzato, capace di suscitare la fiducia dei genitori e della comunità.
Lo stile educativo dei docenti si ispira a criteri di ascolto, accompagnamento, interazione partecipata, mediazione comunicativa, con una continua capacità di osservazione del bambino, di presa in carico del suo "mondo", di lettura delle sue scoperte, di sostegno e incoraggiamento all'evoluzione dei suoi apprendimenti verso forme di conoscenza sempre più autonome e consapevoli.
La progettualità si esplica nella capacità di dare senso e intenzionalità all'intreccio di spazi, tempi, routine e attività.
7Il ruolo dell'ausiliaria
Fondamentale all'interno del Nido è la presenza del personale ausiliario.
Le ausiliare oltre a garantire la pulizia e il riordino degli ambienti e dei materiali, affiancano e collaborano con le educatrici al buon funzionamento dell'attività del servizio e nei momenti di routines.
Il lavoro dell'ausiliaria non deve essere considerato come "separato" poiché favorisce la connessione fra esigenze pratiche della vita quotidiana al Nido e le funzioni educative.
8Lo psicologo al nido
L'inserimento del proprio bambino, nei primi anni di vita, nell'ambiente Nido, costituisce un'esperienza particolarmente significativa per il piccolo e i suoi genitori.
Al bambino si chiede di sostenere la separazione dalle figure di attaccamento (per lo più i genitori) e di trascorrere un'ampia parte della giornata in un nuovo ambiente fatto di spazi, oggetti, persone, inizialmente sconosciute a lui.
Il Nido rappresenta un'estensione dell'area materna: pur essendo un ambiente di separazione dalla madre, le esigenze del bambino e il suo modo di "funzionare psichicamente", comportano l'evocazione costante – in presenza o in assenza – di un clima materno, dove la differenziazione da sé e altro da sé viene strutturandosi nel tempo, e il bisogno di dipendenza e di contenimento affettivo è prevalente rispetto alle pur presenti semplici autonomie.
La presenza di uno "Psicologo dell'infanzia", vuole avere lo scopo di sostenere i movimenti di affidamento/fiducia del bambino verso questo nuovo spazio e le nuove figure di accudimento (educatore di Nido), affinché egli possa sperimentare un ambiente connotato da un reale benessere psicofisico e non da un adattamento passivo, magari rassegnato e impotente.
Al contempo, l'esperienza Nido potenzialmente arricchente per il piccolo, non risulta priva di aspetti particolarmente delicati, di cui è importante occuparsi in quanto la "crescita del bambino" costituisce la finalità psico-pedagogica principale che ispira sia le scelte metodologiche che l'organizzazione interna al Servizio stesso.
A sostegno della crescita dei bambini e come accompagnamento per i genitori, vengono pertanto offerti i seguenti spazi di riflessione ed ascolto:
Sportello d'ascolto psicologico per i genitori
Attraverso questo spazio viene offerta una consulenza psicologica, a chiunque ne faccia richiesta (genitore o familiare)per approfondire dubbi o difficoltà in merito al ruolo e alla relazione di accudimento dei piccoli. Attraverso un ascolto attento e partecipato, è possibile originare nuovi pensieri e avviare così un processo di rispecchiamento empatico del bambino.
Si evidenzia come tali colloqui non hanno una finalità terapeutica, ma si pongono l'obiettivo di aprire nuove prospettive di pensiero e confronto sulle tematiche riportate, al fine di fornire un valido supporto alla genitorialità.
Serate formative per i genitori
Nel corso dell'anno vengono proposti momenti di riflessione e confronto con i genitori, in merito alla crescita evolutiva dei piccoli da un punto di vista psicologico integrato all'aspetto pedagogico, per meglio comprendere e supportare le relazione emotiva adulto – bambino.
Gli incontri hanno inoltre l'obiettivo di sostenere le naturali risorse presenti nei genitori, al fine di favorire una genitorialità sempre più consapevole e diventare quindi, adulti significativi per il proprio bambino.
Osservazioni del gruppo classe
All'interno di ogni sezione vengono svolte, oltre alle osservazioni pedagogiche, anche osservazioni psicologiche: tale incontro di prospettive permette di fornire "una visione integrale del bambino" al fine di fornire un adeguato sostegno alla crescita.
Conclusioni
Tale modalità di lavoro che vede coinvolto in un reciproco scambio l'ambiente Scuola e l'ambiente Famiglia ha l'obiettivo di intervenire precocemente sui "disagi transitori" che i bambini possono presentare (difficoltà alimentari, disturbi del sonno, controllo sfinterico, ansia legata alla nascita di un fratellino o sorellina..) riattivandone così i normali processi di sviluppo.
9Progetto continuità
Il passaggio tra il Nido e la Scuola dell'Infanzia costituisce un momento delicato per il bambino e la sua famiglia sul piano psicologico, affettivo, sociale e relazionale.
Organizzare il passaggio tra il nido e la materna in modo corretto significa anzitutto attivare un impegno che valorizzi la conoscenza reciproca tra educatori e porti alla documentazione sulla programmazione, sulle verifiche ,sui percorsi fatti e naturalmente, sui bambini.
Sempre nell’ottica della continuità didattica educativa anche all’interno della nostra scuola, viene pensato un progetto di continuità tra il Nido d’Infanzia e la Scuola dell’Infanzia (gestiti entrambi dalla cooperativa Il Girasole, oltre alle Scuole d'Infanzia Statali presenti sul territorio) per facilitare il naturale passaggio dei bambini.
Un progetto di continuità educativa preparato e condiviso anche con le famiglie che potrà facilitare il tragitto fra il già conosciuto e il nuovo; ideando un percorso che aiuti a comprendere il cambiamento , attraverso iniziative che nel loro insieme diventano un modo di prevedere, di fare esperienze di esplorazione e scoperta, in tempi, modi e spazi differenti.
10La giornata tipo
ORE 7:30/9:00 L'accoglienza
E' il momento dell'ingresso quotidiano del bambino/a e dello scambio di notizie tra i genitori e le educatrici. E' un momento delicato; ogni bambino e bambina ha un proprio modo di vivere la separazione e il saluto al genitore. E' importante la conoscenza graduale e rassicurante di gesti e rituali che aiutano il bambino/a e il genitore a separarsi.
ORE 9:15 Lo spuntino
Una volta concluso il momento dell'accoglienza ci si separa per lo spuntino sedendosi a tavola, tutti insieme si condivide il piacere di mangiare la frutta.
ORE 9:30 Gioco del "chi c'è e chi non c'è"
E' un momento significativo per tutti i bambini/e: ci si raccoglie tutti insieme sul tappeto o sulle seggioline e si diventa protagonisti, ci si riconosce nelle foto, si costruisce gradualmente la propria identità. E' un'occasione preziosa per mostrare e dimostrare a se stessi e agli altri di esserci, di partecipare e sentirsi dentro al gruppo.
ORE 9:45 Dove giochiamo e con che cosa
Negli angoli strutturati della sezione, nell'atelier, nel giardino, nel salone.
- con materiali di recupero (carta, stoffa, scatole, scatoloni...)
- con materiali strutturati (costruzioni, puzzle, bambole, macchinine,...)
- con materiali naturali (acqua, semi, farine, vegetali, colori, creta, pongo..)
- con la scoperta quotidiana della natura che cambia
- con percorsi di movimento (palestra, stanza psicomotoria, grandi palle, cubi, cilindri, tricicli)
- con libri, giornali, riviste
- con foto e archivi della memoria
ORE 10:45 In preparazione per il pranzo
Ci si riunisce sul tappeto per cantare tutti insieme le canzoni del Nido.
E' l'ora di andare in bagno. Le educatrici organizzano il contesto per permettere al bambino di acquisire gradualmente una maggiore autonomia attraverso il piacere del fare da soli. Si cerca di dedicare un tempo per ogni bambino: le azioni vengono verbalizzate e le richieste verbali rivolte al bambino sono accompagnate da gesti appropriati, non frettolosi e mediati dallo sguardo. Si lascia il tempo al bambino di rispondere, di prendere l'iniziativa, secondo i propri ritmi.
ORE 11:15 Il pranzo
Bambini e bambine ritrovano quotidianamente il proprio posto a tavola, così come le educatrici, in un contesto che facilita le relazioni e consente di vivere il momento del pranzo come momento piacevole; si rispetta il bisogno del bambino di sperimentare gusti e sapori nuovi senza forzature. Gradualmente viene favorita l'autonomia dei singoli bambini attraverso diverse strategie quali il cameriere e/o il servirsi da soli. Si favorisce la conversazione fra e con i bambini.
ORE 12:00-13:30 Preparazione per la prima uscita e il sonno pomeridiano
Il momento del sonno viene preparato attraverso rituali di pre-sonno, che permettono un passaggio graduale dalla veglia al sonno (es.: canzoncine o favole sul tappetino, luce soffusa, ascolto di musiche rilassanti, ecc.). all'interno dello spazio adibito al sonno pomeridiano è importante anche ricavare uno spazio per l'adulto al fine di garantire una presenza rassicurante.
Attraverso apposite strategie viene curata la personalizzazione: con l'utilizzo di foto, disegni, simboli, si contrassegna il lettino personale, ogni bambino può ritrovare il suo oggetto transizionale.
Dopo il riposo i bambini e le bambine, giocano da soli o a piccoli gruppi, conversano tra loro e con l'adulto.
ORE 15:30-16:15 Seconda uscita
E' il momento del ricongiungimento con i genitori o altre figure familiari, le educatrici raccontano la giornata, i bambini vivono l'emozione di ritrovarsi.
Vengono organizzate attività e giochi in attesa di mamma e papà.
La scuola invita tutti al rispetto degli orari di ingresso e di uscita per garantire alle insegnanti la riuscita delle attività didattico-educative ed ai bambini di partecipare attivamente alle routine e alle proposte quotidiane.